Giugno 3, 2021

FABIANELLI SPETTACOLARE AL RALLY DI ROMAGNA

by Obiettivo3 in We Cetilar

Una grande impresa per il paraciclista toscano, sostenuto da Cetilar Sport. Cinque giorni in mountain bike e 31esimo posto assoluto: “Che soddisfazione! Nonostante la malattia, sono ancora padrone del mio corpo”

Missione compiuta per “il Beru”. Enrico Fabianelli, il paraciclista toscano affetto da sclerosi multipla, è riuscito a completare il prestigioso “Rally di Romagna” grazie anche al sostegno di Cetilar Sport. Cinque giorni di gare, cinque tappe diverse da percorrere in mountain bike con arrivo e partenza sempre da Riolo Terme. Fabianelli non si è limitato a tagliare il traguardo, ma è cresciuto passo dopo passo, centrando uno strabiliante 31esimo posto finale su 400 partecipanti. Tutti, a parte lui, normodotati.

«Una soddisfazione enorme e un’esperienza meravigliosa», le parole di Fabianelli a fine gara. «Mi sono divertito molto e non ho avuto problemi fisici. Era la prima volta che mi cimentavo in questo genere di evento a tappe, non vedevo l’ora di affrontarlo anche perché il mio sogno resta quello di partecipare un giorno alla Titan Desert. Ma prima di lanciarmi in mezzo al deserto avevo bisogno di mettermi alla prova in un tour simile ma meno impervio. Ce l’ho fatta e ora mi godo questo primo traguardo».

Cosa significa per un ciclista affetto da sclerosi multipla partecipare a una manifestazione di cinque tappe consecutive, con una media superiore alle tre ore quotidiane in sella?

«Prendere parte a questo tipo di evento, per chi ha la mia malattia, è sempre un’incognita. Non sai come stai, come risponde il fisico. Ci sono giorni buoni e altri negativi nei quali è impossibile pensare di pedalare così a lungo. Fortunatamente mi sono preparato bene, non ho avuto intoppi e sono capitato in una settimana positiva per il mio fisico che ha retto bene».

Quale sensazione lascia tutto questo?

«La conferma che, per il momento, sono ancora padrone di me stesso e del mio corpo, nonostante la malattia. E che se mi preparo bene e mi do da fare sono in grado di raggiungere tutti gli obiettivi che mi sono prefissato. Anche a livello mentale è stata un’esperienza molto importante. Prima la pandemia, poi altri disguidi, mi avevano un po’ fiaccato, disabituando la mente all’idea di dover fare tanta fatica. Ora che ho riattaccato la spina ho grandi stimoli».

Quanto è stata importante lungo il percorso la sua famiglia?

«Fondamentale. Io ho bisogno di sapere che quando sono in gara c’è qualcuno ad aspettarmi al traguardo, qualcuno che tifa per me, qualcuno che mi dia la gioia di poterlo rendere orgoglioso. Non potrei fare a meno di mia moglie Elisa e di mio figlio Edoardo che sono stati sempre con me in questi giorni di gara. Poi per l’ultima tappa sono venuti anche i miei genitori e altri parenti. Per famiglia, infine, intendo anche quella di Obiettivo3 che non mi ha mai fatto mancare il proprio supporto e incoraggiamento».